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APRILE 2015 - Qualche volta le radici possono toccare il cielo


Qualche volta le radici possono toccare il cielo!

Non si tratta semplicemente di ribaltare un punto di vista, semmai si tratta di stabilire da che parte stia l’alto e da quale il basso.

Qualcuno dirà con abile trucco e giri di parole che i rami di un albero non sono altro che radici rovesciate, ma questa visione semplicistica non prevede il fatto che tra le due altezze scorra un tronco con un peso specifico e dimensioni solide che è portatore e memoria storica di quell’albero.

Così facendo, tagliando un sostegno tra l’alto e il basso, si assisterebbe ad uno schiacciamento della visione d’insieme, poiché stabilire che una cosa è uguale all’altra significa, di fatto, che non esistono differenze e l’assenza di differenze cementifica l'idea che l’alto e il basso non abbiano valore misurabile.

In questa mescolanza degli elementi è più facile perdere la cognizione delle cose: visto che fatti, oggetti e condizioni perdono il loro valore concreto e si riducono ad essere opinioni personali, si ottiene, come conseguenza, che gli alberi comincino a perdere forma e importanza. Non più querce, faggi, castagni, pioppi, ma generici alberi fatti di radici e rami dove non si possono più distinguere la corteccia dalle foglie, il busto dalle gemme, la terra dal cielo.

Proseguendo nel discorso per puro gusto dialettico, questa condizione porterebbe parecchie semplificazioni sulla definizione del concetto “albero” che diventerebbe “una generica mescolanza di radici e rami la cui base e altezza non è possibile stabilire perché percorribile da entrambi i lati”. E per un po’ funzionerebbe, perché questa definizione ci metterebbe al sicuro da tutti i dubbi che un albero può suscitare. Almeno fino a quando non si decide di salire su quell’albero per vedere cosa c’è nel lato nascosto dalle fronde. Allora, a quel punto, le differenze prendono corpo: la conformazione del tronco determina la stabilità della presa, l’odore della corteccia stabilisce che tipo di albero si è deciso di scalare, la foltezza delle fronde indica la velocità della scalata, mentre l’altezza, ossia la reale distanza tra alto e basso, suggerisce la difficoltà dell’impresa. Scalare un cespuglio non è come scalare un pino e chi prima asseriva che un albero possa essere semplicemente ribaltato senza che questo faccia nessuna differenza si guarderà bene dallo scalarlo per paura che i rami non abbiano la stessa salda presa nel terreno delle radici.

E la differenza è tutta qui.

Si può decidere di disegnare un albero, di fotografarlo, di dipingerlo, di indicarlo, di sfruttarlo, di evitarlo.

Oppure di farlo crescere, di fare in modo che le radici siano ben salde nella terra, che il busto cresca solido e resistente, che le fronde siano aperte e spaziose, che i rami siano lunghi e protesi verso l’alto, che tutte le dimensioni siano nelle giuste spazialità perché se così è radici, tronco e rami non appartengono a tre parti distinte di uno stesso elemento, ma ad un unico tempo, spazio e luogo in cui la distanza tra cielo e terra è solo il riflesso di un'unica crescita.

Per questo motivo qualche volta le radici possono toccare il cielo, perché esse sono parte dello stesso percorso. Senza trucco e senza inganno.

Un ramo del nostro albero prevede che venerdì 8 maggio alle 21 saremo al Ridotto del Teatro Verdi di Padova per l’anteprima di DUST , il progetto della Compagnia della Quarta che ha debuttato in forma ridotta nel maggio 2014 al Reverbdance di New York e che ha vinto il Premio Prospettiva Danza nello stesso anno.

Inoltre dal 23 al 26 aprile saremo a Bergamo per l’annuale meeting degli operatori del teatro IETM.

Se volete seguirci salite sulla fronda più alta a guardare l’orizzonte con noi oppure seguiteci sul nostro facebook (Compagnia della Quarta) o su twitter (La Quarta).

Hasta luego !

DUST – Polvere

Padova

Ridotto Teatro Verdi – Via dei Livello 32.

8 maggio 2015, ore 21

Info e prenotazioni:

www.teatrostabileveneto.it/padova/

Bleiburg (AUSTRIA)

CCB – Center for Choreography Bleiburg/Pliberk.

31 luglio 2015, ore 20.30

Info: www.ccb-tanz.at.

Visita la pagina dello spettacolo

PS: per restare in tema di alberi e di radici che resistono alle intemperie, segnaliamo l’imminente uscita della colonna sonora di “DOPO LA TEMPESTA”, progetto di musica e teatro fisico messo in scena nel 2013 al Museo Civico Archeologico.

A partire dal 21 aprile 2015 potrete ascoltare e scaricare i brani originali su iTunes e tutti i principali stores on line, oppure tramite i media player alla pagina Musica del nostro sito, o visitando la pagina Facebook con tutte le colonne sonore originali delle nostre produzioni. Potete iscrivervi alla pagina mettendo il vostro “mi piace” per sostenere la nostra musica.

Brani della colonna sonora “DOPO LA TEMPESTA”:

01 – Andromeda

02 – Ariel

03 – Recordare (feat. Elena Bassi, Matteo Ferrari e Viviana Cappelli)

04 – Su Quest’Isola

05 – Caliban

06 – Berceuse

07 – Baroque

08 – I Miei Incantesimi Sono Finiti.

Visita la pagina dello spettacolo

Visita www.compagniadellaquarta.it

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Flickr Compagnia della Quarta

#newsletter #coscienza #arte #scelte #Dust #musica #DopolaTempesta

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